La carta Washi fu introdotta in Giappone intorno al ‘600, provenendo dalla Cina. Poi la sua lavorazione è stata rielaborata dai giapponesi utilizzando, oltre al tradizionale gelso, anche altre piante locali.
Per intenderci, è la stessa carta utilizzata nelle abitazioni tradizionali giapponesi, grazie alla sua capacità di far filtrare una luce attenuata e diffusa.
La lavorazione viene fatta tutt’ora a mano in modo da renderla, oltre che pregiata, anche consistente, resistente, traslucida e resistente ai possibili danni arrecati da insetti.
In Giappone viene utilizzata nelle arti tradizionali come l’origami, il Shodo (calligrafia) l’ Ukiyo-e (stampa artistica).
Dal Giappone si è diffusa per svariati utilizzi tra cui, non ultimo, l’uso nella stampa di pregio.
Dal novembre 2014 è stata inserita tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’UNESCO.